06 Lug Modifica delle mansioni: più flessibile con il JOBS ACT
Necessarie le motivazioni
Con il JOBS ACT, dal 25 giugno, una novità importante che consente al datore di lavoro di modificare, anche verso il basso, le mansioni dei dipendenti o unilateralmente, in caso di riorganizzazione aziendale, o attraverso accordi collettivi. Necessarie le motivazioni.
Una svolta epocale, che permette di superare un sistema ingessato e statico non più in linea con un mondo imprenditoriale che necessità diflessibilità anche durante il rapporto di lavoro.
Una nuova normalità
Il primo passo da comprendere è la nuova normalità in termini di gestione delle mansioni. Il datore di lavoro ha la possibilità di adibire il lavoratore alla mansione per cui lo ha assunto oppure, a mansioni superiori o alle mansioni dello stesso livello, mantenendo la medesima categoria (dirigente, quadro, impiegato, operaio).
Notevole la possibilità di riorganizzare l’attività migliorandone l’efficienza e permettendo un utilizzo trasversaledei lavoratori.
In questo nuovo aspetto c’è da considerare la grande rilevanza al potere organizzativo del datore di lavoro.
Demansionamento 1
Il primo livello di demansionamento è legato alla motivazione più frequente che è quella di una modifica degli assetti organizzativi tali da incidere sulla posizione del lavoratore.
Ora, il datore ha la possibilità di adibire, unilateralmente, ad una mansione inferiore, quantificabile in un livello di inquadramento, mantenendo la stessa categoria (per esempio, l’impiegato rimane impiegato e non può essere passato ad operaio).
Ulteriori ipotesi di assegnazione ad un livello inferiore possono essere previste dalla contrattazione collettiva.
Il mutamento mansioni deve prevedere:
– comunicazione scritta;
– conservazione del livello di inquadramento originario;
– conservazione del livello retributivo originario (salvo elementi economici legati esplicitamente alla mansione precedente, tipo indennità maneggio denaro).
In questo modo di operare, viene salvaguardato il potere discrezionale del datore di lavoro pur con equi limiti (motivazione, 1 livello, e mantenimento dei diritti normativi ed economici del livello precedente). La modifica deve essere comunicata ma non deve essere oggetto di una contrattazione.
Demansionamento 2
Il secondo livello di demansionamento ha un carattere più strutturale.
Nell’interesse della conservazione del posto di lavoro, oppure per l’acquisizione di una diversa professionalitào per il miglioramento delle condizioni di vita del lavoratore, sarà possibile stipulare accordi individuali per modificare la mansione, la qualifica, il livello e la retribuzione.
Questo, solo nell’ambito delle sedi tutelate per il lavoratore ai sensi dell’art. 2113 del codice civile, (es. sede sindacale oppure presso le direzioni territoriali del lavoro) oppure presso le commissioni di certificazione.
Mansioni superiori
In caso di adibizione a mansioni superiori, l’assegnazione diventa definitiva dopo 6 mesi continuativi (e non più 3) o secondo diversa tempistica definita dalla contrattazione collettiva.
Sono fatte salve sia la volontà del lavoratore, di non essere assegnato stabilmente a mansioni (e a responsabilità) superiori, sia le situazioni di sostituzione di altro lavoratore.
CONSIGLI
La modifica delle mansioni da parte del datore non è da intendere a titolo meramente speculativa. Ricondiamo che ogni altra motivazione che esula da quanto detto è da considerarsi una condizione che annulla la variazione di mansione.
Pertanto, la novità introdotta è da intendersi come utile al conseguimento di una maggiore efficienza e una maggiore flessibilità.
Bisogna tenere presente che, in caso di riorganizzazione aziendale è possibile gestire unilateralmente l’assegnazione o a mansioni dello stesso livello o a mansioni di un livello inferiore.
Se è vero che la variazione di mansioni, nel caso di riorganizzazione, prevede la forma scritta, credo sia decisamente il caso di specificare le motivazioni che hanno portato a questa scelta e che devono essere coerenti con quanto stabilito dalla norma.
Le altre motivazioni, che sono da ricondurre a situazioni decisamente più strutturali sono molto utili, ma prevedono degli accordi in sedi tutelate, con tempistiche più lunghe e burocrazia più complessa.
In caso di assegnazione a mansioni superiori, se esiste una volontà del lavoratore di non essere assegnato stabilmente, sarà importante avere una prova scritta di questa scelta.