10 domande su… buoni pasto

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Il buono pasto è lo strumento di Welfare

più utilizzato all’interno delle Aziende:

vantaggioso, pratico e multiuso.

Analizziamolo insieme!

1. Cos’è il buono pasto?

Il buono pasto è un documento che permette al lavoratore il diritto di ottenere, presso attività convenzionate, la somministrazione di prodotti alimentari pari al valore del buono stesso.

Esso può essere cartaceo o elettronico: il primo si presenta sotto forma di “blocchetto”, da cui si staccano i buoni; il secondo invece viene erogato attraverso una card elettronica, la quale viene caricata su impulso del datore di lavoro.

2. A chi spettano? E quanti buoni pasto devono essere erogati al mese?

Secondo il Decreto 122/2017, i buoni pasto possono essere erogati a:

lavoratori subordinati, a tempo parziale o pieno, anche quando l’orario non preveda una pausa per il

pasto, compresi i dirigenti

soci

soggetti con cui sussista un rapporto di collaborazione (come i Co.co.co).

I lavoratori hanno diritto a un buono pasto al giorno, per ogni giorno effettivamente lavorato. Ovviamente, in caso di malattia o altre assenze, il datore di lavoro può comunque decidere di erogare il buono per quelle giornate.

3. Dove possono essere utilizzati?

Il buono pasto nasce come metodo per riconoscere ai dipendenti il servizio di ristoro in sostituzione della mensa aziendale. Proprio per questo essi devono essere utilizzati per l’acquisto esclusivo di alimenti e bevande presso esercizi convenzionati, i quali possono essere:

– ristoranti

– mense non aziendali

– supermercati

4. Sono soggetti a contribuzione e tassazione?

I buoni pasto cartacei inferiori a €5,29 e a €7 se in formato elettronico non sono soggetti a contribuzione né a tassazione; esse verranno applicate solo per la parte che eccede i suddetti limiti. L’eventuale concessione dei buoni pasto nei giorni non lavorativi rende gli stessi interamente soggetti a tassazione.

5. Devo pagare anche l’IVA? I buoni pasto sono deducibili?

L’IVA sui buoni pasto dev’essere pagata ma non avere paura: è detraibile! Le percentuali variano però a seconda del soggetto e della tipologia di buono:

Acquisto per dipendenti: IVA al 4%, totalmente detraibile per i buoni elettronici e i ticket restaurant (per tutti gli altri cartacei è indetraibile);

liberi professionisti, titolari d’azienda e soci, imprese individuali: IVA al 10% e la detrazione prevista è del 75% delle spese per un importo massimo pari al 2% del fatturato;

persone giuridiche: detrazione al 100% dell’importo dei buoni pasto sia elettronici che cartacei.

Per quanto riguarda l’IRES invece è totalmente deducibile.

6. Ma allora, vi è davvero un risparmio? Quanto mi costano in concreto?

Il costo varia ovviamente a seconda del valore del buono, ma il risparmio è comunque assicurato: in caso di superamento della soglia massima, la tassazione è legata all’eccedenza, quindi si parla di pochi euro al massimo per dipendente (centesimi per i buoni elettronici).

Nel caso migliore invece, con buoni pasto dal valore di €5,29, il costo per il datore è pari a quello del buono pasto: tassazione detraibile, non soggetto a contribuzione … Meglio di così?!

7. Quali sono i vantaggi per il lavoratore?

Prendiamo l’esempio dei buoni pasto da €5,29: il lavoratore potrà spendere l’intera cifra, poiché non soggetta a IRPEF né a contribuzione; se avesse invece un aumento in denaro pari allo stesso importo del buono, considerando le aliquote del caso (9,19% INPS e 27% IRPEF), l’importo spendibile ammonterebbe a €3,51.

Anche nel caso di buoni pasto di maggior valore, l’importo spendibile sarebbe comunque più alto rispetto al mero aumento in denaro.

8. Quanti buoni pasto si possono utilizzare in un unico acquisto?

Il limite impostato dal Decreto 122/2017 è di otto ticket alla volta.

9. Dove posso comprarli?

Generalmente si possono comprare da un rappresentante o, più semplicemente, via internet: scegliere la giusta tipologia di buono pasto è importantissimo per una buona riuscita del welfare aziendale.

10. E se trovo dei buoni pasto scaduti o non utilizzati entro la data prestabilita?

Solitamente i buoni pasto hanno tutti una data di scadenza entro cui devono essere utilizzati. In caso contrario, è possibile per il datore di lavoro richiedere un rimborso o la sostituzione con una nuova scadenza ma attenzione: questo può avvenire solo previo accordo con l’azienda erogatrice.